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Discorso Apertura Abhijata Iyengar, Convention IYNAUS Aprile 2019

Discorso di apertura di Abhijata Iyengar alla Convention americana 
 
traduzione a cura di Luigia Bertelli, con la collaborazione di Anita Suppa, Marina Maselli, Patrizia Maffei ,Tiziana Palmieri, Vicki Vollmer
 
 
Dallas, Aprile 2019
 
“Qual è il mio progetto? Che intenzione ho? Voglio solo parlarvi. Voglio soprattutto parlarvi col cuore. Tornando a casa, in prossimità della fine del viaggio, sull'aereo, fino a ieri, fino a stamattina, fino a oggi pomeriggio, ho riflettuto a lungo se fosse il caso di parlare o meno di questo (argomento), ma la mia coscienza mi ha detto che qualora dovessi esitare, persino nel parlarne alla mia stessa famiglia, alla mia amata famiglia, potrei ancora chiamarvi "mia cara famiglia"?
L'amore verso mio nonno, che era il mio Guru, l'amore che voi avete per il vostro Guruji, ci lega, voi e me, in un modo che non sono in grado di spiegare.
Che lo si voglia accettare o meno. Non posso spiegare come ci unisce e non posso attribuirgli un nome. Non so definire la nostra relazione, ma so che siamo una sola famiglia. Sarebbe più facile nascondere le cose sotto il tappeto. Sarebbe più facile vivere attraverso la negazione degli avvenimenti. Tuttavia il mio cuore mi rende consapevole che devo parlare. Non permetterò che ci sia alcun tipo di negazione perché sono senza paura alcuna: siamo una famiglia. Siamo insieme come studenti di Guruji. Non mi interessa essere "politically correct", perché quello che ci lega non è politica, ma un'emozione. 
E lo accettiamo, si chiama amore. 
Quando vi è accettazione nell'amore, vi è fiducia. È per questo che non sono inquieta. Non farò una supervisione di quello che ora dirò. Ma affronterò questo argomento.
 
Negli anni novanta, da studentessa, subii un approccio inappropriato da uno sconosciuto. Nemmeno vidi la sua faccia. Forse nemmeno lo volli. Mi trovavo in un tempio con la mia famiglia e, non appena finiti i rituali, al ritorno, si era formata una grande ressa ai cancelli, quando una persona tra la folla mi toccò il petto. Gli sferrai subito un pugno sulla mano. Nemmeno mi voltai a guardarlo. A casa non lo dissi a nessuno. 
So cosa si prova. Ci sono passata e so che significa. È una cosa molto triste. Ti senti violata, è una realtà scioccante. Non lo raccontai ad alcuno, fino ad oggi. Circa venti anni dopo. 
Un contatto fuori posto è un contatto fuori posto. Punto. 
Ma ricordo la sofferenza, l'angoscia, la rabbia, lo shock. Poi, quasi intenzionalmente volli dimenticare quell'evento. Anni dopo mi trasferii a Pune e il legame con il mio nonno mi cambiò profondamente.
Guruji mi ha insegnato, mi ha guidato, mi ha toccato, ha toccato la mia vita come quella di milioni di altre vite.
Oggi, guardando indietro, a quell'episodio accaduto ad una ragazzina, ma guardando anche a questo contemporaneamente, la mano morta addosso e poi la guarigione, le ho conosciute entrambe e ne ho avuto esperienza. Il tocco della mano che molesta è himsa, violazione, totalmente a-yogico. Il tocco che aiuta, il tocco gentile, il tocco maitri (amichevole), è yogico. Il tocco sbagliato ti spezza, il tocco guaritore ti salva.
Posso capire i sentimenti di coloro che sono stati toccati in modo inappropriato, posso sentire il loro shock. Sento il vostro disgusto, la vostra rabbia, la vostra violazione, il vostro shock. Lo comprendo e lo provo. 
Ora però sono ancora molto preoccupata. Lo sviluppo degli ultimi eventi mi ha molto agitata. Sono triste e mi sento ferita. È una cosa dolorosa. Per un certo verso mi sento fortunata perché non mi è più capitato niente di simile; in alcun luogo, in alcun posto, con nessuna persona di alcun sesso. Quindi mi sento fortunata. Nessuna persona, di qualsiasi livello, di qualsiasi notorietà, di qualsiasi genere sessuale e in alcun luogo può utilizzarlo come strumento di potere, è inaccettabile. Che sia stato ammesso o meno, riconosciuto o meno.
 
 
Come appartenenti ad un'unica comunità, stiamo considerando l'idea, nell'insegnamento e nello studio dello Yoga IYENGAR, di non utilizzare alcun contatto. Per il bene di entrambe le parti. Come studente, guarderò col dubbio ogni tocco, come insegnante probabilmente mi farò scrupolo nel toccare chicchessia. Oppure ci penserò due volte prima di toccare per dare un aiuto, cosa che può essere positiva, da una parte. Infatti richiediamo agli insegnanti di essere consapevoli di ciascun aiuto, ogni volta che si voglia dare, come anche nel dire quello che si ritiene più opportuno durante le lezioni. Tuttavia questa paura, di avere un atteggiamento di non purezza nel toccare le persone, sarebbe davvero spiacevole. Posso avere le foto? (vengono mostrate delle fotografie dove si vede l'aiuto durante le posizioni, tramite il contatto).
 
Appartengo allo Yoga IYENGAR, così come ognuno di voi qui. Amo questa cosa. Ogni volta che Guruji mi insegnava, ogni volta che mi faceva fare qualcosa e ogni qualvolta che io ricevevo l’insegnamento e lo eseguivo, eravamo entrambi presenti in quel momento. Quando stava in piedi su di me, in Paśchimottānāsana, non c’erano né BKS Iyengar né Abhijata in quella situazione, c’era solo Paśchimōttānāsana. Non c’erano né la donna né l’uomo, non c’era nessun genere. Quando mi faceva fare Kapotāsana, c’era solo Kapotāsana, Mi toccò? Certo che lo fece! In che altro modo avrebbe potuto darmi il coraggio? In che altro modo avrebbe potuto darmi la sicurezza? In che altro modo avrebbe potuto darmi la speranza? In che altro modo avrebbe potuto trasmettermi l’āsana? In che altro modo avrebbe potuto trasmettermi che devo comunicare con me stessa?
Oggi quando guardo alle mie bambine, Sattvica e Natrea, e quando le abbraccio, le tocco, le accarezzo, le saluto e le bacio, so che se non fosse stato per BKS Iyengar avrei sicuramente sottovalutato il valore ed il potere curativo del tocco.
Oggi viviamo in un tempo in cui a causa della cosiddetta ‘educazione’ diventiamo indifferenti. E siccome a causa della cosiddetta educazione siamo indifferenti, viviamo in un tempo in cui per via della cosiddetta ‘cortesia’ siamo isolati. Siamo in un tempo in cui prendiamo un appuntamento per chiedere aiuto. Prendiamo un appuntamento per chiedere aiuto, e chiediamo il permesso di poter aiutare. Che parodia della vita.
Noi siamo umani, siamo un unico insieme di esseri umani, siamo un’unica specie, nessuno viene a questo mondo da solo! Nessuno è solo. Parāmpara, la tradizione, che cos’è? Significa proprio guardare avanti avvalendosi del supporto delle generazioni precedenti e portare il nostro supporto alle prossime generazioni quando giungerà il tempo. E questa è la semplice equazione della vita. ‘Dove siamo noi oggi?’ ‘Cosa vogliamo raccontare ai nostri figli’. Dove siamo oggi? Spaventati dal toccare, spaventati dall’essere toccati.
Vorrei aprire un altro dibattito, su quale sia il ruolo del tocco nell’insegnamento dello Yoga IYENGAR. Con tutto ciò che è accaduto, è sorto un pensiero. Ho parlato con vari insegnanti, con diversi praticanti, dell’Istituto, dall’America, dall’Europa, dall’Australia, ho parlato con mio zio Prashant, ho parlato con mia zia Geeta. Quindi, a seguito di tutto ciò che è accaduto mi è sorto un pensiero, che è stato: dovremmo ora adottare l’insegnamento dello Yoga IYENGAR senza toccare. Io sto pensando cosa ci avrebbe detto Guruji se oggi fosse vivo, cosa avrebbe dovuto insegnarci. Ancora, per coloro di voi che hanno subito un abuso, vi comprendo, è doloroso ed è inaccettabile. Punto. Non c’è altro da dire su questo, non c’è dibattito in proposito. Ma il dibattito deve unire le nostre menti ed i nostri cuori. Lo dobbiamo a noi stessi, lo dobbiamo alle generazioni future. Non so dove siamo diretti. Mi è stato chiesto quale fosse il mio punto di vista in questa situazione.
 
Io sono una figlia, una moglie, una madre, un’amica, io sono una praticante, una discepola (shishya), un’insegnante.
Tutte queste relazioni mi hanno toccato fisicamente ed emotivamente ed io ho ricambiato e sono stata ricambiata. 
Così quando mi si chiede la mia posizione su questa faccenda, di quale posizione parliamo? È chiaro.
Un tocco sbagliato è un tocco sbagliato. È inaccettabile, tuttavia il tatto serve anche a comunicare.
La bellezza dell’IYENGAR yoga, la brillantezza dell’IYENGAR yoga è che esso trasmette un’esperienza; se esso è sollievo dalla pena, se è forza nell’affrontare l’inevitabile, se è concentrazione o meditazione, se è soluzione o speranza, lo yoga IYENGAR questo lo trasmette. Un insegnante che ha sperimentato la gioia di Vṛśchikāsana,  lo splendore di Viparīta Chakrāsana, la morbidezza di Janu Śirşāsana, l’elevazione di Bakāsana, il brivido di Śirşāsan, l’insegnante che ha sperimentato queste cose è sempre desideroso di trasmettere quello che ha ricevuto e, mentre insegna, si sforza di trasmettere quelle sensazioni agli studenti.
Ma, …. ogni azione ha tre essenze: hetu, phala e aśhrāya (la causa, l’effetto e il substrato) Patañjali ha spiegato così: hetu significa l’intenzione, phala il frutto, aśhraya il sostegno che l’azione apporta. 
Qual è l’intenzione, qual è il risultato e quali sono gli strumenti usati per compiere questa azione? Hetu o l’intenzione è vitale. Posso avere quella immagine? (foto) Guardate questo Vṛśchikāsana. Voi vedete tre persone coinvolte in quella situazione, un uomo che mi sta facendo fare Vṛśchikāsana, io che sto facendo Vṛśchikāsana e una terza persona di cui non vedete il volto. Ora, guardate la persona che attira la vostra attenzione. Sta facendo fare Vṛśchikāsana a una ragazza. Guardate i suoi occhi, guardate il suo volto. Hanno solo quella intenzione. Il volto mostra lo scopo, l’intenzione. 
L’agente, sono io che sto cercando di essere in sintonia con la situazione. (risata). Ricordo ancora quella giornata (risata). Era la mia prima volta e ringrazio Lois per aver preso quella foto per me. Ora se voi guardate cosa sto facendo, vedete cosa sta facendo lui, il suo viso, il mio viso, le mie mani, che stanno facendo le mie mani? Io sto tirando il tappetino, sto tirando il tappetino in modo molto forte perché ho paura di cadere così tiro il tappetino perché sto cercando di andare nella direzione opposta, dove non perderò il mio equilibrio, dove non cadrò (risata). Il maestro, Guruji, sta tenendo il collo dei miei femori con i gomiti in modo che non ci sia possibilità che io perda la posizione delle mie cosce. Il maestro, Guruji, sta tenendo le sue ginocchia alla base della mia gabbia toracica così da frenare la mia aggressività, perché a causa della mia paura, la mia paura di andare avanti è veramente dirompente, e le ginocchia di Guruji frenano questa aggressività dal portarmi fuori centro. Questo è esattamente ciò che un guru deve dare. Egli non mi permetterà mai di cadere indietro, né mi consentirà di cadere in avanti. Lui mi stabilizza al centro. Questa foto è quanto serve per definire il rapporto guru-shishya (maestro-discepolo). Questa foto orienta, calibra la mia posizione. Se voi guardate quella terza persona di cui non potete vedere il volto, ma guardate le sue mani, le sue mani stanno tenendo le mie giù perché io, senza volerlo, le sto alzando. Questa è Vṛśchikāsana, la posizione dello scorpione.  Consentitemi di leggere da Light on yoga. Light on Yoga dice:” La testa, che è anche la sede della conoscenza e del potere, è anche la sede dell’orgoglio, della rabbia, dell’odio, della gelosia, dell’intolleranza e del malessere. Queste emozioni sono più mortali del veleno presente nella puntura di uno scorpione. Lo yogi, facendo una pressione sulla sua testa con i piedi, cerca di eradicare queste emozioni e queste passioni autodistruttive. Colpendo con i piedi la sua testa cerca di sviluppare umiltà, calma e tolleranza, per essere libero dall’ego. La sottomissione dell’ego porta all’armonia e alla felicità.” Un guru, un guru mi ha dato la rivelazione di tutto ciò, mi ha fatto intravedere tutto questo, anche se è stato solo per un breve periodo di un solo giorno, 14,15 o 16 anni fa. 
 
 
 
Come altro può un insegnante (guru) permettere a un discepolo (shishya) di fare l’esperienza di questo? Come altro poteva Guruji insegnare a uno studente come eseguire Vṛśchikāsana? Rimanere di lato? Leggere le istruzioni da Light on Yoga? Spiegare da lontano? Poteva stare di lato? Poteva leggere le istruzioni da Light on Yoga? Poteva insegnare da parte, da lontano?
No,  no,  no.  Non è mai stato un “filosofo in poltrona” e questo è uno dei motivi per cui noi ci fidiamo di lui. L’intento di ogni atto è scolpito, è fondamentale, definisce l’intera situazione.  Un ginecologo o una ginecologa possono fare il proprio lavoro senza dover occuparsi di quell’area di pertinenza? Un medico può curare senza vedere o toccare? Il coltello è lo stesso, un coltello taglia, quello che conta è chi lo sta tenendo, quali sono le sue intenzioni. Chi è che sta tenendo il coltello, un assassino o un chirurgo? Non si può dare la colpa a un coltello, non dovreste farlo.  È l’intenzione che dev'essere valutata. Se il “toccare” venisse eliminato dallo yoga IYENGAR, sarebbe un vero peccato. Sfortunatamente ognuno di noi ora sta prendendo in considerazione questa cosa: abolire questo tocco; e io non sono d’accordo. 
Non ho paura di prendere le distanze, non ho paura di essere citata in giudizio o addirittura ritenuta colpevole, con ogni probabilità lo sarò. Ho troppo a cuore noi, ho troppo a cuore voi tutti, che siete la mia famiglia, per non parlare. Il punto è che dobbiamo verificare quali sono le intenzioni, dietro le azioni. Patañjali è eternamente contemporaneo, lo collochiamo in un tempo, diciamo 2.000 anni fa, ma è eternamente contemporaneo. Egli ha parlato di himsa e ha parlato di ahimsa, che vuol dire che ha indicato himsa. Poi tanti anni fa c’era abrahmācharya, non-brahmācharya, non seguire il celibato, c’era questo. 2.000 anni fa c’era asatya, finte cause, ancora 2.000 anni fa. Anche allora diceva, migliaia di anni fa: 
 - yogāṅgānuşṭhānād aśuddhikśaye jñānadīptiḥ āvivekakhāyteḥ -
È un sutra (2.28) in cui, attraverso ānuşṭhānād, attraverso le ferme fondamenta della disciplina dell’aştanga yoga si spiega che accadono tre cose: le impurità sono sradicate, la fiamma della saggezza splende e il senso di discriminazione sorge. Ora il nostro toccare dovrebbe procedere da questi due pilastri, aśuddhikśaye e āvivekakhāyteḥ, il che vuol dire che il nostro toccare dovrebbe venire da questa purezza: uno stato in cui tutte le impurità sono sparite, sono rimosse e quando il senso di discriminazione è maturo. Chi viene toccato dovrebbe vedere questo tocco con la stessa aśuddhikśaye, con le stesse impurità rimosse, e con lo stesso senso di discriminazione maturato. Ora se da parte di chi crea il tocco, le intenzioni non sono pure, da parte di chi è toccato o anche di chi osserva, se non c’è purezza o integrità in questa persona, l’Iyengar yoga non fa per lui o per lei.
La persona, questa persona, ovunque esso o essa siano, si comporterà in questo modo e questo non vale soltanto per lo yoga IYENGAR. È ovunque, in ogni occupazione, in qualsiasi professione, qualsiasi carriera, in ogni luogo.  Quindi vorrei che ognuno di voi interrogasse la propria integrità. Se un pervertito guarda un uomo o una donna che indossa mille strati di vestiti e indumenti, lui o lei potrebbe ancora vedere quella persona come se fosse nuda. E una persona con la coscienza pulita non sarebbe infastidita anche se la persona che ha davanti fosse senza vestiti. Mentre un insegnante tocca lo studente ed egli viene toccato e un osservatore sta guardando, forse per ognuno di questi partecipanti la loro coscienza è la chiave. Dopotutto per qualsiasi incidente chi è l’osservatore, cosa viene osservato? Se si prende in considerazione chi è aiutato, la persona che aiuta, o chi guarda, egli è il suo proprio testimone, è la nostra propria coscienza, la nostra propria testimonianza, il nostro proprio cuore, sakśibau o draśda, per chi conosce questi termini. Nessuno al mondo è in grado di vedere questo, nessuno.  Quindi se non siete puri qui (indica il cuore), lo yoga IYENGAR non è per voi.  Anche nella Bibbia si dice “Dovete essere puri come bambini per raggiungere il cielo, per raggiungere Dio”. È un peccato enorme aver perso la nostra innocenza ora.  Ogni volta il vostro gesto di toccare sarà oggetto di un esame minuzioso, ogni vostro contatto sarà visto con dubbio.  Il problema ora, uno dei problemi, è che l’innocenza persa è persa per sempre ed è persa per tutti. 
 
Stiamo realizzando che colui/lei che ha sbagliato, e chiunque sbagli (in futuro), ha causato un danno per l'insegnamento e per l'apprendimento dell'essere umano, che Guruji chiamava "essere emotivo". Stiamo prendendo in considerazione lo studio e l'apprendimento di questo essere, se possa avvenire senza il contatto. Rifiutando la valenza del contatto, sia per chi dona il tocco, sia per chi lo riceve, perderemo il suo grande valore, perderemo la sua grande capacità di guarire, di confortare, di diagnosticare, di comunicare. L’intelligenza artificiale non può in alcun modo sostituire l’amore di una madre. Un taccuino con mille punti su Ardha Chandrāsana non può sostituire il supporto che un insegnante dà attraverso il sostegno alle spalle, alle gambe, alla colonna vertebrale. Il viaggio di una settimana non può sostituire la gioia che provi quando tocchi le pietre dell’Himalaya. Una foto scattata dalla miglior macchina fotografica del mondo non può sostituire l’esperienza dello stare in piedi di fronte all’oceano. E le istruzioni non potranno mai sostituire un’esperienza.
Che cosa faremo? Come percorreremo questo cammino d’ora in poi? Avanti, adesso. Come porteremo lo yoga IYENGAR alla prossima generazione con questa paura, con questa mente scettica? Io, non lo so. Ho una risposta? Per il sistema, non ce l'ho; ma come individuo, sì. Io prometto a me stessa, prometto a me stessa che ogni volta, in qualsiasi cosa io faccia, sarà aśuddhikśaye, l’impurità sarà scomparsa e Viveka, il senso di discernimento sarà sempre desto in me. Io prometto a me stessa che ogni volta che toccherò uno studente sarà solamente con un’unica intenzione; l’urgenza che io possa essere capace di aiutarlo o aiutarla. Io incoraggio tutti voi; io sollecito voi, che siete associati allo yoga IYENGAR, a fare un'autovalutazione, adesso.
Un mio amico mi chiese: la tua comprensione, il tuo rapporto con lo yoga, con il suo apprendimento, con l’insegnamento, con Guruji, come è cambiato tutto questo col tempo? Ora che ho avuto una relazione, mi sono sposata, ho avuto il mio primo figlio e dopo il mio secondo figlio. Così, ogni volta che ci incontravamo discutevamo di come tutto questo è cambiato nel tempo.
Vi racconterò una delle prime lezioni che ho imparato quando la mia prima bambina di pochi mesi ebbe la diarrea per la prima volta. Nell'intento di pulirla, per la dodicesima volta in otto ore, mi  colpì una cosa: ogni volta che la pulivo ero sempre più gentile. Ero sempre più delicata quando la pulivo, sempre più sensibile, sempre più preoccupata/attenta. E chiesi a me stessa, quando tocco un allievo in classe, quando aiuto una persona in una classe terapeutica, ho quella tenerezza, quella sensibilità? Ho quella preoccupazione/attenzione? Creo comunicazione con quella persona? Sento che questa persona migliorerà col mio tocco allo stesso modo in cui io sentivo mia figlia migliorare?
Purezza e discernimento dovrebbero essere il substrato dal quale qualsiasi cosa voi facciate deve scaturire: le vostre azioni, le vostre reazioni, le vostre parole, i vostri insegnamenti, le vostre risposte, i vostri pensieri, il vostro toccare. Nessuna regola può far rispettare questo. Nessuna linea guida etica può fare questo per il nostro sistema o per qualsiasi sistema. Neanche il Ramamani Iyengar Memorial Yoga Institute di Pune può garantire questo. Dev'essere la decisione di ognuno di noi, qui e in qualsiasi altro luogo. Dev'esserci quella purezza in ognuna, ciascuna, singola volta in cui si tocca o si aiuta una persona. Quando apriamo questo canale di comunicazione con noi stessi nel cuore del sé, nella nostra mente, nel nostro cuore, noi discerneremo sempre. Questo vi dirà sempre che cosa è giusto e che cosa è sbagliato.
Poniamo che un ragazzo o una ragazza, diciamo una ragazza, stia affogando. Chiederanno il permesso di aiutarla, di salvarla? Il mio unico intento è che dovrei salvarla dall’annegamento. In quell'atto di aiuto la porto fuori dall'acqua e poi cosa faccio? Devo toccarla, devo pompare il suo petto per fare uscire l’acqua. Devo farle la respirazione artificiale per rianimarla. Se qualcuno, che sia il soccorritore o l’astante, ha qualsiasi altro fine per pompare il petto per far uscire l’acqua o nel tocco delle labbra durante la rianimazione, io non posso veramente dire niente. Questo è proprio …disgustoso, è disumano. Anche “disumano” non è la parola esatta per questo. È già molto che tutto ciò che è etichettato come comportamento inumano/crudele, di fatto si veda solo nella specie umana.
 
Per ogni persona l’intenzione è chiara, uomo o donna che sia. Vi imploro, per favore, rimanete in contatto con questo. Quando Guruji ha toccato le nostre vite, ci ha permesso di entrare in contatto con noi stessi e questo è il punto: non solo arrivare a toccare i piedi con le mani in Pādāṅguṣṭha Dhanurāsana, non si tratta di toccare con il mento le tibie in Uttanāsana: egli ci ha permesso di entrare in contatto con noi stessi. E allora lo Yoga IYENGAR, dovrebbe essere insegnato, trasmesso, senza il tocco?
Amo troppo lo Yoga IYENGAR per vederne un decadimento a causa di queste apprensioni. Amo troppo mio nonno per vedere il potenziale dello Yoga IYENGAR di toccare le vite, di sparire. Amo troppo lo Yoga IYENGAR per vedere un decadimento a causa di questa paura.  Amo troppo tutti voi per saperlo e non dirlo e quindi sono qui a dirlo. (applauso).
Guardare, ascoltare, gustare e il senso del tatto sono legati, sono innati, la Natura ce li ha donati. La Natura ci ha dotato di questi doni. Nessuno ci ha insegnato queste abilità, nessuno insegna ad un bambino come vedere, nessuno ci ha insegnato come ascoltare, nessuno ci ha insegnato come sentire il tocco o come toccare, tutto è arrivato nel momento della nostra nascita. È come li usiamo che è importante nella vita.
Non abbiate paura di nulla, per coloro che hanno sbagliato: mi dispiace che sia successo, avrei voluto fare qualcosa al riguardo, ma non ho potuto. Per coloro che si sono esposti a questi comportamenti inaccettabili: approvo la vostra forza e il vostro coraggio e vi ringrazio per esservi esposti (applauso).
Vi ringrazio perché ciò ci ha permesso di essere insieme e ci ha portato a pensare insieme. Per coloro che hanno paura di esporsi: non lo siate, io sono con voi, noi tutti siamo con voi.
Faccio solo appello a tutti voi: siate onesti. Qualsiasi sia la situazione, siate onesti su cosa avete detto, sul dire ciò che avete visto, sul dire ciò che non avete visto, sul non dire ciò che avete visto o sul non dire ciò che non avete visto.
Qualsiasi sia la situazione, qualsiasi sia la situazione faccio appello a voi: per favore siate onesti. Questo è il terreno sul quale B.K.S. Iyengar ha vissuto, ha praticato, ha insegnato, toccato.
Siamo onesti: se a un dato momento le vostre intenzioni non sono chiare, per favore, lo Yoga Iyengar non è per voi. Siate onesti: questo non è un obbligo, bisogna che voi vi convinciate di ciò. Sono certa che possiamo farlo perché mio nonno ha creduto in noi. Egli non ci avrebbe mai donato questa scienza, arte, filosofia se non avesse avuto fiducia in noi.
Che noi si possa essere puliti nei nostri cuori, che si possa essere chiari nelle nostre teste, che le nostre intenzioni possano sempre essere pure, che si possa sempre essere semplici.
Uso, abuso, uso improprio del potere, della situazione, del genere, questo non è accettabile. Vivere la comunità non è la risposta, vivere nel modo in cui Guruji ha fondato il sistema non è la risposta. Yoga è unione, ci lega, ci porta a stare insieme, non allontaniamoci gli uni dagli altri.
B.K.S. Iyengar ha toccato le nostre vite, ci ha donato una candela con la quale possiamo accendere tante altre candele, con la quale possiamo accendere le candele di tanti altri esploratori. 
Che si possa non perdere questo potenziale, che si possa non perdere questa lucentezza, che si possa non perdere questa bellezza.
Non abbiate paura, la paura uccide: aśuddhikśaye, sradicare le impurità e viveka-khyāthi, senso della discriminazione. Qualsiasi cosa facciate, qualsiasi cosa facciate: controllate le vostre intenzioni. Sulla purezza e sulla discriminazione io insisto ancora ed ancora. Sto usando queste parole ancora ed ancora perché credo che voi ed io, insieme, possiamo illuminare un futuro migliore. B.K.S Iyengar ha aperto il suo cuore a chiunque volesse imparare, ha aperto il suo cuore a chiunque volesse aiutare gli altri, la sua purezza ed integrità erano cristalline.
Analizziamo i valori che il nostro Guru ha sempre difeso. Qualsiasi cosa facciate, controllate le vostre intenzioni aśuddhikśaye, viveka-khyāthi: sradicare le impurità e avere senso di discriminazione.
Io sono con voi, ora e per sempre, perché io vi appartengo e voi appartenete a me”.
 
 
 

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